La NASA a caccia dell’Asteroide che potrebbe colpire la Terra
La NASA ha annunciato i propri piani di inviare una sonda a studiare un grande asteroide che si teme possa un giorno entrare in collisione con la Terra,
causando una potenziale catastrofe planetaria. Questa gigantesca roccia, 101955 Bennu, è stata scoperta nel 1999,
ha un diametro di circa 500 metri e viaggia nello spazio ad una velocità di oltre 100.000 km/h, completando un orbita intorno al Sole più o meno in sei anni.
Nel 2135 l’asteroide passerà ad una distanza dalla Terra minore di quella che ci separa dalla Luna, il che potrebbe potenzialmente
alterare la sua orbita al punto da farlo collidere con noi successivamente nel corso del secolo.
L’impatto di un asteroide gigante è considerato la causa della scomparsa dei dinosauri, e sono in molti a ritenere che una nuova collisione
di questo tipo rappresenti uno dei più grandi pericoli per l’umanità.
E’ stato calcolato che, se Bennu colpisse la Terra, sarebbe rilasciata l’energia equivalente a quella che sarebbe prodotta da tre miliardi di tonnellate di esplosivi,
equivalenti a 200 bombe atomiche, come ad esempio quelle esplose su Hiroshima e Nagasaki.
Ritorna in mente l’asteroide Chelyabinsk, che aveva un diametro di 20 metri. Il 13 febbraio 2013, questa enorme roccia si frantumò in atmosfera
detonando e causando danni a migliaia di edifici e ferendo più di 1000 persone.
Secondo gli scienziati, il meteoroide è entrato nell’atmosfera ad una velocità di 15–20 km/s,
disintegrandosi ad un’altitudine di 30–50 km rilasciando una energia di circa 500 chilotoni
(per confronto la bomba atomica di Nagasaki aveva una potenza compresa tra 10 e 30 kt).
Un frammento di meteora cadde sul lago Chebarkul dove era stata ripescata dai sommozzatori.
Se Bennu (500 metri di diametro) impattasse sulla Terra, provocherebbe una catastrofe globale ed una minaccia
alla stessa sopravvivenza dell’umanità, quindi la NASA sta inviando una sonda per determinare di cosa esattamente sia fatto Bennu,
per aiutare a capire se possa essere deviato sulla nostra strada.
La sonda della NASA si chiama Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security and Regolith Explorer,
più semplicemente abbreviato in Osiris-Rex: la partenza è prevista per l’8 settembre di quest’anno, mentre l’incontro con Bennu avverrà nell’ottobre 2018.
Dopo aver girato per un anno intorno all’asteroide e ad aver identificato un luogo adatto per l’atterraggio,
la sonda arriverà sulla superficie, raccoglierà campioni e ritornerà sulla Terra: il rientro a “casa” è previsto per il 2023.
La tecnologia di campionamento utilizzata potrebbe quindi essere sviluppata per estrarre preziosi minerali da altri asteroidi,
un settore che secondo alcuni potrebbe diventare estremamente redditizio in un prossimo futuro.
Nonostante Bennu sia potenzialmente mortale, gli scienziati sono molto eccitati al riguardo visto che si ritiene che questo corpo celeste
sia ricco di materiali basati sul carbonio (come la grafite) e che sia quindi simile a quegli asteroidi che hanno bombardato la Terra miliardi di anni fa,
“seminando” il pianeta con gli elementi necessari alla vita primordiale.
l’asteroide Bennu (500 mt) messo a confronto con quello di 20 metri di Chelyabinsk
“Bennu è un asteroide a base di carbonio, un’antica reliquia del Sistema Solare ai suoi inizi, riempita di molecole organiche”,
ha spiegato Dante Lauretta, primo investigatore di Osiris-Rex, al Sunday Times.
“Asteroidi come Bennu potrebbero aver seminato la Terra con questo materiale, contribuendo alla zuppa primordiale dalla quale è emersa la vita”.
Osiris-Rex studierà anche il cosiddetto effetto Yarkovsky, un fenomeno di recente scoperta, su asteroidi delle dimensioni di Bennu.
“L’effetto Yarkovsky è la forza che agisce sull’asteroide quando questo assorbe la luce solare e poi la irradia nuovamente nello spazio sotto forma di calore.
Agisce come un piccolo propulsore, cambiando costantemente il suo percorso”, ha affermato Lauretta.
“La posizione di Bennu è cambiata di 160 km sin dal 1999 e potrebbe ancora cambiare”.
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