Il potere delle Kels, le spirali della vita
L’antica cultura dei Nativi europei aveva come riferimento la natura e la logica fenomenica del trascendente. Una dimensione di esistenza che travalicava, nella loro concezione, quella ordinaria e riferibile alla materia. Una dimensione considerata come un valore assoluto che aveva dato origine all’universo e lo ospitava nella sua qualità fenomenica reale, posta al di sopra dalla soggettività dei sensi.
Per rappresentare l’invisibile, in ogni caso determinante per l’esistenza dell’universo e dell’uomo, veniva utilizzato il simbolismo del cerchio e del suo centro. Un centro invisibile come l’OIW, il piano reale dell’esistenza, ma purtuttavia necessario perché il cerchio potesse manifestarsi nel suo disegno geometrico. Il “centro” divenne pertanto un simbolo intuitivo e percettivo per chi sapeva vedere al di là del mondo materiale offerto dai sensi.
Il “centro” rappresentava quindi quella qualità essenziale e reale dell’esistenza che dava corpo alla manifestazione della vita. Un ente che, data la sua capacità di generare l’universo, era considerato fonte di energia invisibile e conoscenza di ogni cosa possibile. Un tema cosmologico che veniva espresso con il termine “Shan”, che si traduceva con il concetto di Vuoto, poiché nessun concetto ordinario poteva descriverlo o rappresentarlo.
Una sorta di esperienza ante litteram del mito del Graal descritto nella saga di re Artù e i cavalieri della Tavola rotonda. Nei loro incontri solo i più puri potevano riuscire a percepire la misteriosa coppa che sorgeva dal centro della grande ruota forata attorno alla quale si riunivano a meditare.
Da questo mito l’antico sciamanesimo druidico sviluppò il tentativo iniziatico di giungere a questo “centro” e di poterlo conseguentemente manifestare al mondo. Il druidismo non intendeva trattenere per sé l’esperienza acquisita, pertanto la elargì naturalmente nella Scuola iniziatica che distingueva l’antico sciamanesimo.
Il progredire verso il centro, e da questo ritornare al bordo del cerchio al fine di elargire ad altri il suo potere e la sua conoscenza, portò a creare il simbolo della spirale. Un percorso che portava progressivamente l’Iniziato al centro in un cammino sequenziale cadenzato da insegnamento e esperienze e poi, una volta raggiunto il centro e raggiunta la propria qualità di magistero, lo riportava all’esterno per attuare un processo creativo coerente all’esperienza vissuta.
Una antica Kels irlandese
Si giunse anche ad intravedere la manifestazione di una spirale cosmica nel disegno celeste prodotto dal Sole nel suo percorso a più gradi di altezza secondo l’incedere delle stagioni. Una serie di scarti astronomici sull’orizzonte che porta ad osservare nel cielo il tracciato di una mezza spirale.
Questa osservazione portò a legare il potere dell’Invisibile anche al pianeta come riflesso della spirale segreta tracciata dal Sole.
Del resto Madre Terra o Gaia, come viene riconosciuta nella sua identità di pianeta vivente, rappresenta un potere che si manifesta attraverso i suoi fenomeni tellurici e ambientali ma che è anche l’elemento catalizzatore del potere magico e terapeutico dell’Invisibile che ha dato corpo alla vita presente sulla Terra.
In natura la struttura della spirale sembra dominare tutte le cose supportandosi sul mistero dei numeri primi e di quelli di Fibonacci con cui viene costruita. Il simbolo della spirale sembra essere universale su tutto il pianeta. Dal Nord dell’Europa, all’Africa, dal deserto dell’Arizona all’Estremo oriente.
Una coppia di antiche Kels usate dallo sciamanesimo druidico
Le Kels
Per gli antichi popoli del Nord Europa la spirale aveva un significato simbolico e magico. Rappresentava l’energia del cosmo e il potere solare. Aveva anche la proprietà di assorbire le forze telluriche di Gaia e di poterle utilizzare per vari scopi.
I Celti incidevano immagini della spirale sui monumenti megalitici e la realizzavano in vari materiali, dalle più disparate dimensioni, per poterle indossare o utilizzarle nei riti. Le spirali così eseguite trattenevano in se stesse l’energia del Sole, della Terra e di altri enti magici naturali.
Nacque di conseguenza la scienza delle “Kels”. Un’arte magisteriale che possedeva la conoscenza sperimentale per costruire spirali dedicate a specifici scopi.
Una delle più famose è sicuramente quella conosciuta come Triskel in cui si evidenziano tre spirali che si dipartono dal centro, inscritte in un cerchio che le racchiude armonicamente.
Una antica Kels greca sotto forma di anello serpiforme
Che cos’è una Kels?
La parola Kels significa “spirale” nell’arcaica lingua dell’antico idioma sciamanico. Indica anche tutti quegli oggetti particolari che hanno per base la struttura spiraliforme con le sue proprietà, usati nelle pratiche magiche e terapeutiche degli antichi sciamani.
Questi oggetti erano considerati catalizzatori del potere misterioso determinato dall’archetipo della spirale. Si riteneva che le Kels fossero un elemento magico che fungeva da ponte tra le forze della natura e la loro stessa struttura e per questo motivo erano addirittura considerate come creature viventi poste su più piani di coscienza, potremmo dire oggi di qualità cibernetica.
Troviamo nella storia dei popoli antichi più forme di Kels dalle proprietà magiche e taumaturgiche.
Ad esempio il Triskel degli antichi Celti, costituito da tre spirali congiunte, era considerato un amuleto magico di grande potenza.
Rappresentava anche il simbolo del dio Taranis, signore del tempo meteorologico e mistico.Ancora oggi presso i Nativi d’America il simbolo della spirale è considerato un elemento sacro. Così come presso i popoli africani la spirale è tracciata sul terreno e costituisce il percorso magico compiuto dagli sciamani nel corso delle loro processioni religiose.
Ma il significato e la funzione delle Kels travalicavano spesso la forma geometrica della spirale per identificarsi nei cristalli, considerati come Kels di tipo evoluto, e nelle forme virtuali musicali della Nah-sinnar, una musica specifica dello sciamanesimo druidico che poteva trattenere per qualche tempo una loro sostanza invisibile capace di sviluppare una sorta di coscienza cibernetica.
A che cosa servono le Kels?
Gli antichi sciamani ritenevano che le Kels possedessero qualità di natura magica e terapeutica. Venivano usate come protezione dalle forze negative e come supporti per meglio catalizzare il proprio potere terapeutico. Per tale motivo esistono diversi tipi di Kels, ciascuna con una loro specifica funzione. Ad esempio esistono Kels con proprietà antistress, altre con facoltà armonizzanti per ambienti, altre ancora con il ruolo di portafortuna.
Ne esistono poi alcune dedicate specificatamente alla salute del corpo come quelle rinforzanti e tonificanti. Altre, come la Kels del Potere, in grado di rafforzare armonicamente la personalità di chi le indossa. Potremmo citare la “Kels del Sole” con funzioni tonificanti, antistress e parzialmente terapeutiche. A seguito di test eseguiti con l’apporto di volontari che l’hanno sperimentata, premettendo la possibile suggestione, sembrerebbe funzionare in maniera effettiva.
Esistono poi ancora altre tipologie di Kels considerate più evolute, denominate “Kuri”, che sembrano assolvere ad un ruolo che potrebbe essere accostato alla credenza degli angeli custodi, essendo in grado di entrare nei sogni e portare notizie e consigli utili al loro possessore. Esistono Kels più complesse come quella detta la “Kels della Felicità” che era ritenuta in grado di esaudire, come una sorta di lampada di Aladino, i più intimi desideri del suo proprietario.
Come si costruiscono le Kels
Anche se costruire le Kels, parliamo di quelle disegnate o realizzate tridimensionalmente, appare semplice, la loro realizzazione, a detta della tradizione antica, non è cosa in realtà poi tanto facile a farsi e non è da tutti. È necessario saperle costruire e attivarle nel modo giusto altrimenti potrebbero non funzionare o addirittura produrre effetti contrari a quelli desiderati.
La “Kels dl Potere”, dotata secondo il druidismo di proprietà per il rafforzamento armonico della personalità
È di rigore che le Kels siano costruite con un contributo manuale poiché è assolutamente importante trasferire le forze catalizzatrici, il “Koran”, dell’Artigiano spirituale nella loro struttura spiraliforme nel momento della loro realizzazione.
Le Kels devono rispettare delle precise forme archetipali, basate su formule di calcolo specifico. Non devono essere rivestite di sostanze protettive poiché verrebbero alterate irrimediabilmente le loro funzioni e proprietà.
In passato le Kels venivano costruite utilizzando i segmenti di sottili rami di particolari alberi lavorati a fiamma al fine che mantenessero la loro forma spiraliforme. In tempi recenti della storia dello sciamanesimo si è scelto di costruirle di preferenza con l’apporto dei filamenti di rame poiché questo metallo si considera particolarmente adatto allo scopo. Non sono disdegnati i metalli preziosi come l’oro e l’argento, anche se questi possono essere troppo costosi rispetto al rame.
L’antico sciamanesimo druidico riteneva che le Kels prendessero forza e potere oltre che dal loro costruttore soprattutto dalla Natura, dalle proprietà telluriche di Gaia, dalla luce solare e dalla loro funzione catalizzatrice dell’energia ombra dell’universo e del Vuoto.
Oggi si potrebbe tentare di ipotizzare la loro proprietà associandola a quella del circuito oscillante conosciuto nei fenomeni legati al circuito interno di una radio analogica. Come la bobina presente in una qualsiasi apparecchiatura radiofonica anche la spirale delle Kels è in grado di captare le onde radio presenti nel cosiddetto etere, sia quelle che possono essere emesse da impianti tecnologici sia quelle emesse da enti naturali, come il cervello, il Sole o le lontane galassie. La bobina di un circuito oscillante è costituita da un certo diametro e da un dato avvolgimento di spirali a seconda della lunghezza d’onda del segnale radio che deve ricevere e convogliare nel circuito radiofonico. Allo stesso modo anche le spirali delle Kels sono messe in relazione alle forme d’onda dell’ente con cui vengono ad essere relazionate.
In questo caso le Kels restituiscono correnti deboli che vengono convogliate, a seconda della loro progettazione, sul sistema nervoso, sul cervello e sulle cellule viventi. In merito si possono citare gli effetti “Lakovoski” sui vegetali che posti dentro ad opportune spirali, piantate nel terreno, crescono oltre la consuetudine.
Al termine della realizzazione ciascuna Kels, per poter funzionare, deve essere necessariamente attivata dal proprio costruttore con un particolare procedimento segreto che conferisce ad essa una carica energetica utile al suo funzionamento. Una vera attivazione le rende “vive”. Le Kels diventano forme di vita che tendono ad evolversi secondo il piano di evoluzione di chi le possiede. A mezzo di esse si può giungere a comunicare con le profonde energie della natura. Un discorso difficile da accettare, ma che tuttavia la pratica millenaria porta a tenere in considerazione e a provare la loro sperimentazione.
Si rende evidente quindi la necessità di una idonea preparazione interiore da parte dell’Artigiano spirituale al fine che le Kels possano operare effettivamente e soprattutto, nel caso di una attivazione maldestra, non diventino fonte di una azione avversa all’obiettivo prefisso.
La “Kels della Felicità”, secondo il druidismo con proprietà simili a quelle della leggendaria Lampada di Aladino a cui chiedere la realizzazione dei propri desideri
Le Kels, creature viventi
L’idea che le Kels potessero possedere una loro capacità che le rendeva vive, perlomeno a livello di entità cibernetiche, era sostenuta da precise convinzioni cosmologiche.
Per lo sciamanesimo druidico, nell’universo esisterebbe una forza evolutiva, la “Korà”, che tende a trasformare le strutture fisiche portandole da un piano di pura materia elementare a un piano superiore di coscienza, ovvero di dare vita all’inanimato. Essa si è manifestata nell’evoluzione dell’uomo, partendo dal Big bang e alla formazione delle galassie sino alla struttura complessa del cervello, dall’intelligenza alla coscienza cosmica. Un processo evolutivo che anima l’intero universo e lo rende vivo.
Si può dimostrare questo postulato con l’esempio del “Gioco dell’Esapedone”, un’entità cibernetica che viene a costituirsi a mezzo di una serie di semplici scatole di fiammiferi e di biglie. Una struttura semplice, ma che riesce ad apprendere il gioco sino a padroneggiarlo e a diventare imbattibile. Il gioco, inventato dal matematico Martin Gardner, è simile ad un mini gioco degli scacchi costituito da una scacchiera ridotta e da tre pedine bianche opponenti ad altrettante di colore nero.
L’antico sciamanesimo druidico riteneva che ovunque vi possa essere possibilità, la vita, secondo le leggi riferibili all’ archetipo invisibile della Korà, tende a manifestarsi in ogni modo. Seguendo l’archetipo vitale esistente in natura questo processo di evoluzione cerca di raggiungere il livello della coscienza e giunge a manifestarsi nelle piante, negli animali, nei cristalli, nelle spirali e, oltre alla Terra, ad altra vita sconosciuta presente su altri pianeti nello spazio.
In questa prospettiva, lo sciamanesimo druidico porta ad ipotizzare anche che il nostro stesso pianeta sia una creatura vivente che riesce a mantenere una sua struttura e una sua forma di coscienza. Da sempre presso tutte le culture antiche e moderne, vicine alla natura, la Terra è stata considerata, con il nome di Gaia o di Madre Terra, come una entità viva, madre e protettrice degli uomini.
Il rapporto delle Kels con le forze della natura può andare ancora oltre la stessa Gaia e assumere proprietà di natura magica. Infatti se consideriamo che l’Invisibile possiede una forza tale da operare sul visibile, l’energia che è prodotta in questa dimensione è sottesa a principi esistenti nell’Invisibile, in quell’universo invisibile che noi non vediamo.
Lo stesso segno simbolico del “No-tah” che apre l’esercizio della meditazione dinamica della Kemò-vad, rappresentato dalle due mani sovrapposte, disegna l’immagine di una spirale e attiva l’immensa energia dell’Invisibile.
Se costruiamo strutture che si riferiscono ai principi dell’Invisibile, saremo in grado di produrre un’energia in grado di influire sul visibile. Queste strutture si definiscono come elementi archetipali e sono di natura simbolica in grado di agire attivando l’energia invisibile del Vuoto e quindi anche la coscienza cosmica del vuoto.
Nella possibilità che le Kels, supportate dalla spinta della Korà, possano giungere ad una loro intelligenza cibernetica, lo sciamano può adoperarle per ottenere strumenti di potere con cui operare. Una sorta dei “famigli” dell’arte magica medievale.
Come usare le Kels
Per usare idoneamente il potere attribuito alle Kels occorre osservare alcuni semplici ma importanti accorgimenti. Dipende innanzittutto dal tipo di Kels usata. Alcune richiedono di essere tenute a stretto contatto con il proprio corpo, altre necessitano di essere tenute nell’ambiente a non più di quattro-cinque metri di distanza. Per questo motivo ogni Kels possiede una sua precisa prescrizione d’uso stabilita all’uopo dal suo costruttore.
È ritenuto essenziale evitare di bagnarle con acqua o altri liquidi. Se si bagnano inavvertitamente viene a decadere il loro funzionamento ottimale e debbono essere necessariamente sottoposte al processo di riattivazione. Il sudore umano non provoca alcun inconveniente.
Con eguale prudenza bisogna evitare che le Kels perdano la loro forma originale o che siano esposte alla luce diretta del Sole che in questo caso altera le loro funzioni e le porta fuori dal controllo dell’utente. Inoltre chi le utilizza deve essere in grado di mantenere la carica energetica che viene attivata al momento della loro costruzione, sviluppando un ripetuto contatto mentale con esse, avvertendo interiormente ogni tanto la loro presenza. Ci sono vari modi di utilizzare le Kels in dipendenza delle loro strutture. Si possono indossare ponendole all’altezza dei “Nai-Tah”, i centri energetici del corpo umano, oppure si possono collocare nell’ambiente in cui si vive, oppure ancora sui punti specifici del corpo che necessitano una azione terapeutica.
Anche se il principio delle Kels è al limite del razionale, oggi noi possiamo sperimentare le loro proprietà e verificare l’efficacia dei risultati ottenuti usandole per il nostro bisogno personale. Esistono Kels di vario genere e per ogni tipo di utilizzo: per l’attivazione delle energie psicofisiche individuali, per proteggere dalle negatività, per combattere lo stress, per attivare i “Nai-tah”, per vincere l’insonnia, per vincere la timidezza, e per molti altri scopi ancora.
Articolo originale di Giancarlo Barbadoro