Un tema attualissimo in questo 2020, che passerà tristemente alla storia per il virus chiamato: CORONAVIRUS, potrebbe essere un ibrido di due diversi batteri che hanno infettato un ospite allo stesso tempo, permettendo al micidiale COVID-19 di formarsi prima di essere trasmesso agli umani, cosi hanno teorizzato gli scienziati.
Dallo scoppio del COVID-19 in Cina alla fine di Dicembre 2019, molte teorie sono rimbalzate sulla provenienza del virus. Alcuni hanno affermato che è nato nei pipistrelli prima di essere trasmesso agli umani, mentre altri hanno affermato che proveniva dal mercato di Wuhan.
Tuttavia, non ci sono prove concrete per suggerire che una delle due teorie, o qualsiasi altra, sia vera. Nonostante la crescente pandemia e la diffusione globale della malattia, gli esperti non sono ancora sicuri dell’origine di COVID-19. Una teoria ora avanzata da uno scienziato suggerisce che l’attuale ceppo di Coronavirus, che è simile al virus SARS-CoV 2 che si è diffuso su scala minore nei primi anni 2000, è un ibrido di alcuni tipi di batteri.
Alexandre Hassanin dell’Institut de Systématique, Evolution, Biodiversité, Muséum national d’histoire naturelle (MNHN), ha affermato che nei pangolini sono stati trovati virus estremamente simili all’attuale epidemia di coronavirus, un piccola creatura corazzata simile all’armadillo e pipistrelli.
Il ricercatore afferma che il coronavirus trovato nei pangolini ha una somiglianza del 99% della proteina S, che corrisponde ai 74 aminoacidi coinvolti nel dominio di legame del recettore ACE (Angiotensin Converting Enzyme 2), quello che consente al virus di entrare nelle cellule umane e infettarle.
Nelle specie di pipistrelli R. affinis, questa cifra scende al 77% di somiglianza. Hussain ha scritto in un articolo per The Conversation: “Nel giro di poche settimane, abbiamo tutti imparato molto sul COVID-19 e sul virus che lo provoca: SARS-CoV-2. Ma ci sono stati anche molte voci contrastanti che parlano dell’influenza di campi elettromagnetici come ad esempio il 5. Il Wireless 5G potrebbe avere una certa influenza sullo scoppio dell’epidemia da Coronavirus. E mentre il numero di articoli scientifici su questo virus è in aumento, ci sono ancora molte aree grigie per quanto riguarda le sue origini.”
Da quando è iniziata l’epidemia di Coronavirus sul web circolano ipotesi di ogni sorta, come ad esempio la connessione tra 5G e coronavirus. Sono in tanti infatti ad aver pensato che il virus si potrebbe essere diffuso a Wuhan in concomitanza con l’istallazione di 30.000 nuove antenne wireless di quinta generazione (3.000 nuove Stazioni Radio Base e ben 27.000 nuove mini-antenne a microonde millimetriche).
“Chiariamo subito che il 4G e il 5G sono sistemi di trasmissione di radiazioni elettromagnetiche per video, voce e dati – scrive l’ingegnere Spadanuda, ingegnere elettronico ed esperto di campi elettromagnetici. Il 5G ha una caratteristica fisica (onde millimetriche) che lo distingue dagli altri metodi di trasmissione: ha bisogno di molti piccoli ‘passi’ per poter avanzare nello spazio, ma è pur sempre una radiazione elettromagnetica. Pertanto gli studi sanitari e biologici che si stanno facendo in tutto il mondo sugli effetti negativi sulla salute valgono esattamente sia per il 4G che per il 5G”.
Lo studioso Olle Johansson, uno dei massimi esperti al mondo di CEM (Campi Elettro Magnetici) con all’attivo centinaia di studi scientifici sull’argomento, ha scritto: “I CEM possono agire attraverso l’inibizione della calcineurina per sopprimere l’immunità, aumentando così il rischio di infezione opportunistica. Meccanismi di azione plausibili”. Lo studio scritto con altro scienziato Paul Doyon racconta come la calcineurina sia una proteina che attiva le cellule del sistema immunitario. Nello studio si legge: “una serie di studi scientifici, hanno dimostrato che le esposizioni al campo elettromagnetico possono effettivamente produrre lo stesso effetto: un sistema immunitario indebolito che porta ad un aumento delle infezioni fungine, virali, batteriche atipiche e infezioni parassitarie”.
La concentrazione di antenne 5G sperimentali nella città di Wuhan (ed in altre città cinesi) è correlata con la presenza del Coronavirus?
La teoria prende corpo anche perchè Wuhan sarebbe la prima città ad aver introdotto questa tecnologia. Che è anche vero, ma Wuhan è stata una di 16 città pilota per l’implementazione di questa tecnologia. E la correlazione tra Wuhan, epicentro della pandemia, e il 5G non stabilisce in alcun modo un rapporto di causa effetto tra le due cose. In Italia la sperimentazione del 5G è partita da qualche mese in 120 comuni italiani, molti dei quali concentrati in Lombardia, non a caso la regione epicentro dell’epidemia da COVID-19.
Il Dott.Thomas Cowan, medico e antroposofo, ha dichiarato che l’ inquinamento elettromagnetico dell’atmosfera nella quale viviamo, fa reagire le nostre cellule che producono scorie e si ammalano. Analizzando il passato si può constatare come ci sia una correlazione tra pandemie ed elettrificazione (l’esecuzione dei lavori necessari a rendere possibile lo sfruttamento dell’energia elettrica per il funzionamento di un impianto) della Terra (es. influenza spagnola, influenza di Honk Kong ecc.). Le cellule reagiscono al campo elettromagnetico prodotto dall’ elettrificazione della Terra, producendo scorie e di conseguenza si ammalano. Più metalli vengono introdotti nel corpo e più esso diventa sensibile al campo elettromagnetico, ammalandosi.
Fonte.