Svolta nella ricerca: il misterioso manoscritto Voynich contiene un messaggio autentico
E per molti, il cosiddetto Manoscritto di Voynich potrebbe essere una bufala. Ma un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plos One, suggerisce che il manoscritto potrebbe, dopo tutto, contenere un messaggio vero e proprio.
I ricercatori che hanno condotto le analisi affermano di aver individuato dei modelli linguistici che credono essere vere e proprie parole all’interno di un testo.
Grazie alla datazione al radiocarbonio, è stato stabilito con certezza che il volume è stato redatto tra il 1404 e 1438, ma poi scomparso dalla documentazione pubblica fino al 1912, quando un commerciante di libri antichi, chiamato Wilfrid Voynich, se lo ritrovò in uno stock di pubblicazioni antiche di seconda mano acquistate in Italia.
A tutt’oggi, è l’unico testo medievale che non si è riusciti ancora a decifrare. Ci ha provato addirittura un team di eminenti decifratori di codici durante la seconda guerra mondiale, esperti nel decodificare i messaggi cifrati dei nemici, ma senza riuscire a trovare alcun significato nel testo. Forse, però, lo studio potrebbe portare ad una svolta.
Marcelo Montemurro, fisico teorico presso l’Università di Manchester, Regno Unito, ha trascorso molti anni ad analizzare i modelli linguistici e spera di riuscire a svelare il mistero del manoscritto, convinto che la sua nuova ricerca possa portare ad una svolta.
“Si tratta di un testo unico nel suo genere, non esistono opere simili. Tutti i tentativi di decifrazione finora messi in atto hanno fallito”, spiega Montemurro a BBC News. “Non si può facilmente respingere il manoscritto come se non avesse senso, in quanto le analisi mostrano una struttura linguistica significativa”.
Il dottor Montemurro, assieme ad un collega, ha utilizzato un metodo statistico computerizzato per analizzare il testo, un approccio che è stato utilizzato anche su altre lingue. I due ricercatori si sono concentrati su alcuni modelli, cercando di capire in che modo le parole sono state organizzate nel testo, così da estrarne i contenuti portanti.
“Ci sono prove sostanziali che le parole portanti tendono a presentarsi in un modello di cluster”, spiega il ricercatore. “Nelle lunghe campate di testo, le parole lasciano una traccia statistica sul loro uso. Quando l’argomento cambia, sono necessarie altre parole.
Le reti semantiche che abbiamo ottenuto mostrano chiaramente che le parole correlate tendono a condividere somiglianza di struttura. Ciò accade anche in una certa misura nelle lingue a noi conosciute”.
Il dottor Montemurro ritiene improbabile che queste caratteristiche sono state semplicemente “incorporate” nel testo per rendere una bufala più realistica, come ritiene la maggior parte del mondo accademico.
Tuttavia, anche se il ricercatore ha trovato un modello, il significato delle parole rimane ancora un mistero. Il fatto stesso che per oltre un secolo molte menti brillanti hanno analizzato il lavoro con pochi progressi, per alcuni, l’unica spiegazione possibile è che si tratti di una bufala.
Uno di questi è Gordon Rugg, un matematico della Keele University, Regno Unito. Lo studioso ha anche prodotto un suo proprio codice complesso, volutamente simile a quello di Voynich, per mostrare come un testo possa sembrare di avere modelli significativi, anche se è un “incomprensibile testo bufala”.
Secondo Rugg, le nuove scoperte fatte da Montemurro non escludono che il manoscritto possa essere un falso. “I risultati non dicono nulla di nuovo. E’ stato appurato da decenni che le proprietà statistiche del manoscritto sono simili, ma non identiche, a quelle delle lingue reali”.
E’ chiaro che Rugg non crede che il testo di Voynich contenga un codice sconosciuto, tuttavia avanza una sua teoria: “Alcune della caratteristiche del testo del manoscritto, come ad esempio il modo in cui sono state poste le parole separate, sono in contrasto con la maggior parte dei metodi di codifica del testo. Questo manoscritto contraddirebbe la maggior parte dei sistemi di codifica conosciuti”.
Chi invece ha rivisto la sua opinione, alla luce delle scoperte di Montemurro, è il dottor Craig Bauer, autore di Secret History: La storia della crittologia. Prima dello studio, Bauer era convinto che il manoscritto fosse una bufala, ma come lui stesso ora ammette, “potrebbe risolvere qualche arcano segreto, o addirittura aiutare a riscrivere la storia della scienza”.
Tuttavia, Bauer è ancora sul ‘chi va là’ e non esclude di poter cambiare ancora la sua opinione alla luce di altri contributi allo studio del manoscritto. Ma il dottor Montemurro è fermo nella sua convinzione, e sostiene che l’ipotesi della bufala non può assolutamente spiegare i modelli semantici che ha scoperto.
Egli è consapevole che la sua analisi lascia molte domande ancora senza risposta, ad esempio se si tratta di una versione codificata di una lingua conosciuta o se si tratti di una lingua totalmente inventata.
“Dopo questo studio, ogni nuovo supporto all’ipotesi bufala dovrebbe tenere conto di questa struttura sofisticata in modo esplicito. Finora, questo non è stato fatto”, insiste il ricercatore. “Ci deve essere una storia alle spalle, che non conosceremo mai”.
100 anni di analisi
Il volume, scritto su pergamena di capretto, è di dimensioni piuttosto ridotte: 16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore. Consta di 102 fogli, per un totale di 204 pagine. La rilegatura porta tuttavia a ritenere che originariamente comprendesse 116 fogli e che 14 si siano smarriti.
Fanno da corredo al testo una notevole quantità di illustrazioni a colori, ritraenti i soggetti più svariati: proprio i disegni lasciano intravedere la natura del manoscritto, venendo di conseguenza scelti come punto di riferimento per la suddivisione dello stesso in diverse sezioni, a seconda del tema delle illustrazioni.
L’ultima sezione del Manoscritto Voynich comincia dal foglio 103 e prosegue sino alla fine. Non vi figura alcuna immagine, fatte salve delle stelline a sinistra delle righe, ragion per cui si è portati a credere che si tratti di una sorta di indice.
Il manoscritto Voynich, del quale non esistono copie, è attualmente conservato presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale, negli Stati Uniti, dove reca il numero di catalogo «Ms 408».
“Sono state eseguite circa 25 esami del manoscritto Voynich e la maggior parte dei risultati conferma che il testo presenta analogie con il linguaggio naturale. Questo nuovo esame si aggiunge a quelli di questo genere”, afferma Klaus Schmeh, un crittografo.
“Mentre sappiamo molto sulle proprietà statistiche del testo, non sappiamo abbastanza su come interpretarli. Questo è uno dei problemi da affrontare con le nuove ricerche. Abbiamo bisogno di capire come i diversi linguaggi, metodi di crittografia e tipi di testo influenzano le statistiche”.
Eccovi uno straordinario documentario su questo affascinante manoscritto:
Fonte.